La storia

Il 7 luglio 1882 per iniziativa del Dottor Apollonio Apolloni si è legalmente costituita a Pisa la Società Pisana per la Cremazione (SO.CREM. di Pisa). Del suo fondatore ricordiamo che fu medico chirurgo, mazziniano e partecipò a tutte le campagne garibaldine. La sua motivazione di organizzare la comunità cremazionista affinché fosse riconosciuto il diritto e la libertà di scelta della definitiva sistemazione del proprio corpo al momento del decesso, fu poi condivisa da altri pisani, che tra i primi in Italia si posero l’obiettivo di costruire nella città un luogo degno per questa cerimonia.

Il convincimento di creare un Movimento cremazionista nella città di Pisa cominciò la sua maturazione nel 1822 quando sulla spiaggia di Viareggio su una pira cosparsa di balsami venne bruciato (prima cremazione nell’Italia moderna), per volontà del suo amico George Gordon Byron, poeta e politico inglese, il cadavere del collega Percy Bysshe Shelley, uno dei più grandi poeti romantici inglesi, annegato nel golfo di La Spezia.

Nel 1874 l’industriale milanese Alberto Keller volle per sé la costruzione di un tempio crematorio inaugurato per lui nel febbraio 1876. In quello stesso anno nacque a Milano la prima Società per la Cremazione, e sei anni dopo è la volta della Società Pisana, che il 18 novembre 1885, presente il sindaco cavaliere Peverada e il cavaliere Feroci per il consiglio provinciale di sanità, inaugura presso il cimitero di Via Pietrasantina, su di un’area concessa gratuitamente dal Comune, il primo Tempio crematorio realizzato dall’ingegner Venini con una spesa di lire 5500 sostenuta dai 150 soci della So.Crem. Il 13 gennaio 1898 l’Ente locale assunse su di sé la gestione dell’impianto, che tuttora persiste.

In quegli anni la chiesa cattolica, vedendo nella pratica dell’incinerazione dei cadaveri una matrice socialista e massonica, si oppose al punto che la Congregazione del Santo Offizio, ancora nel 1886, negava la messa da requiem a chi avesse ordinato la cremazione della propria salma.

In tempi più recenti sarà poi il fascismo, con Regio Decreto 12 febbraio 1930, a bloccare la crescita della Società Pisana per la Cremazione come quella di tutto il volontariato e l’associazionismo privo di riconoscimento giuridico, trasferendo ipso jure i loro beni alla Croce Rossa Italiana: il regime non poteva far continuare a vivere realtà che per sua stessa natura ne rappresentavano l’antitesi, in quanto portatrice di valori quali la solidarietà, la condivisione, il servizio disinteressato.

Nel 1964 a seguito delle decisioni assunte dal Concilio Vaticano II, oggetto di apposita bolla con cui nel 1963 il Pontefice Paolo VI dichiarò la libertà della pratica cremazionista perché «… non tocca l’anima, non impedisce all’onnipotenza divina di ricostruire il corpo», cade il divieto canonico alla cremazione.

Con decreto del Presidente della Repubblica 26 giugno 1975, n. 498 (Gazzetta Ufficiale n. 283 del 24 ottobre 1975) alla Società Pisana per la Cremazione è riconosciuta la personalità giuridica privata, e oggi la So.Crem., per rafforzare e veder riconosciuto dalle Istituzioni il valore sociale delle proprie attività come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, è anche iscritta al n. PI-328 (estremi atto iscrizione: Provincia di Pisa, D.D. 1258/1253 del 14 marzo 2008) del registro regionale delle associazioni di promozione sociale (articolo 7 e seguenti, legge 7 dicembre 2000, n. 383 e articolo 3 e seguenti, legge regionale 9 dicembre 2002, n. 42), articolazione della provincia di Pisa: inizia l’era contemporanea.